mercoledì 11 aprile 2012

Ruotare nell' Odissea


Fatte le preci, e da Nettuno accolte,
Sollevò un masso di più vasta mole,
E,
rotandol nell’aria, e una più grande
Forza immensa imprimendovi, lanciollo.690
Cadde dopo la poppa, e del timone
La punta rasentò: levossi al tonfo
L’onda, e il legno coprì, che all’isoletta,
Spinto dal mar, subitamente giunse.
Quivi eran l’altre navi in su l’arena,695
E i compagni, che assisi ad esse intorno
Ci attendean sempre con agli occhi il pianto.
Noi tosto in secco la veloce nave
Tirammo, e fuor n’uscimmo, e, del Ciclope
Trattone il gregge, il dividemmo in guisa,700
Che parte ugual n’ebbe ciascuno.

Parte di testo tratta dal IX Libro dell' Odissea di Omero tradotto da Ippolito Pindemonte.

In questa parte di testo viene raccontata la vicenda di Ulisse che sconfigge il ciclope Polifemo. L' eroe, infatti, dopo aver abilmente addormentato il ciclope offrendogli del vino dolcissimo, e dopo aver detto di chiamarsi 'Nessuno', acceca Polifemo bruciandogli l' unico occhio con un bastone di ulivo rovente. Il gigante, torturato da questo dolore atroce, urla così forte da svegliare gli altri ciclopi che accorrono in suo aiuto, ma quando questi chiedono chi è stato e a loro volta sentono rispondere il nome di 'Nessuno' non credono al loro simile, pensano che sia ubriaco, così si allontanano e lo lasciano al suo dolore. Ulisse allora escogita un nuovo piano, si nasconde con i suoi compagni sotto il gregge di pecore del ciclope in attesa che il mattino seguente il gigante lo faccia uscire per il pascolo. In particolare, in questo breve estratto, viene raccontata la fuga di Ulisse e dei suoi compagni; questi, dopo aver tratto in inganno il ciclope, raggiungono le navi e tentano di salpare. Polifemo però, essendosi accorto della beffa, maledice Ulisse e tenta di impedirgli la fuga andando su una scogliera e incominciando a scagliare pietre ('un masso di più vasta mole') facendole appunto ruotare nell' aria ('E, rotandol nell’aria, e una più grande - Forza immensa imprimendovi, lanciollo.').


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